Più di un mese di Covid19: il guadagno di oggi per un’esistenza in armonia di domani
Se è vero che in questo periodo abbiamo avuto tanto tempo per guardarci dentro, per riflettere e mostrarci più del solito curiosi di noi stessi, quali sono le risposte che ci siamo dati?
Come ti senti dopo più di un mese a casa? Quali sono le emozioni e le sensazioni che provi? Ho domandato alla mia famiglia e a qualche amico.
Più tempo da passare soli con sé stessi. Si ascoltano di più le proprie esigenze.
“Si ha più tempo da passare soli con sé stessi. Si ascoltano di più le proprie esigenze, senza essere condizionati dagli stimoli esterni” mi dice Margherita.
Adriana aggiunge: “È una vita che mi piace in fondo, la solitudine mi fa star bene. Che poi non è solitudine, non mi sento abbandonata e sola. Piuttosto è decidere del mio tempo. Io responsabile del mio tempo, io responsabile di me stessa. Cucino con gusto e mangio con gusto. Le mie visioni sono tantissime. Alcune sono sensoriali: l’altra volta sentivo molto forte il profumo della mia casa e stavo bene in quella percezione”.
In questo periodo, stiamo sperimentando un modo di vivere più lento, stiamo assaporando la vita senza dover subire i ritmi frenetici dettati dalla performance, dalla competizione, dall’apparenza, dal narcisismo; siamo infine lontani da una vita in cui fermarsi un attimo, vivere la propria intimità, rischiava di essere percepito come una perdita di tempo, un atto di cui non ne riconoscevamo l’importanza.
C.G. Jung, psichiatra e psicologo svizzero, disse che “l’essere umano nasce tre volte”. La prima è la nascita reale e fisica. La seconda si ha con lo sviluppo dell’ego e la terza è quella che corrisponde alla nascita di ciò che egli chiamò come “coscienza spirituale”.
Secondo C.G. Jung, quest’ultimo passo non avverrà mai se la persona si concentra solo sull’ego, sui suoi condizionamenti appresi: “il sogno è una piccola porta nascosta nel più profondo ed intimo santuario dell’anima”.
E se provassimo a rispondere alle seguenti domande?
- Quanto quello che faccio, lo faccio per me stessa/o?
- Quali attività mi permettono di riflettere e sviluppare consapevolezza?
- Qual è il guadagno in consapevolezza di oggi che mi accompagnerà domani?
Da soli non si è niente. Vivere anche per gli altri.
«In questo mese, costretto a casa, a causa di questa emergenza ho capito ancora di più il valore della vita, che bisogna vivere anche per gli altri e che da soli non si è niente». Sottolinea mio padre Michele, la cui risposta mi ha sorpreso in modo piacevole. Non avevamo mai parlato di temi esistenziali prima d’ora e sono stata molto contenta di condividere l’intimità rivelata dall’esperienza che ci accomuna.
A questa risposta, è seguita quella di mia madre Carmela “è vero da soli non siamo niente. Ci mancano indubbiamente gli affetti, ma anche il nostro quotidiano. Ci manca la libertà di essere ovunque noi vogliamo. Ci manca il mare. Il solito caffè preso insieme agli amici, l’aria stessa. A volte ci manca il respiro!”.
Esistenzialismo ed il mondo delle opportunità
Queste riflessioni hanno fatto immediatamente eco a una conoscenza filosofica appresa durante la mia formazione in sofrologia, quando esploravo le discipline e le teorie di Husserl e Heidgger, la fenomenologia e l’esistenzialismo.
Per la fenomenologia l’esperienza vissuta è la porta che conduce alla conoscenza dell’“io vero” e “mette tra parentesi” i nostri schemi mentali, analisi e giudizi.
L’esistenzialismo afferma che l’essere è nel mondo, vive in relazione con gli altri ed è vicino alle cose.
Quello che ho subito amato nella sofrologia è che si fa sostenitrice di un esistenzialismo positivo. Noi tutti siamo al centro della nostra esistenza, abbiamo la capacità di “agire”, di vivere una vita piena di senso e in coerenza con i nostri valori.
L’opportunità in questo particolare contesto che stiamo vivendo è la riscoperta dell’alterità come valore e lo sviluppo di una maggiore consapevolezza dell’importanza del rapporto con gli altri, con la natura e con l’aria che respiriamo.
Forti di questa consapevolezza, possiamo già seminare l’intenzione del nostro agire di domani:
- Come immagino le mie relazioni ideali nei diversi contesti dell’esistenza (affettivo, sociale e professionale)?
- Quali sono i possibili sviluppi?
- Quali sono le opportunità?
- Come integro nella mia vita il valore di solidarietà e di socialità?
Ho la sensazione di essere sospeso. L’energia che ruota intorno a te.
Vi riporto l’inebriante metafora di Marcello: “ho la sensazione di essere sospeso, come se in questo momento fossi in mezzo al mare e stessi aspettando una specie di barca che mi venga a salvare perché ho il motore fermo. Sono dentro la mia bella barca, ho il mio cibo, le mie bibite, ho la mia musica, l’ambiente che mi piace, il mare, che è un mare calmo. Posso anche stare fermo con la mia ancora, pero sono in attesa di qualcuno che mi venga a dire “ok si può ripartire” perché vengono ad aggiustarmi il motore. Sto bene con me stesso. Ho la speranza di ritornare ad una vita con la sua energia. L’energia che ruota intorno a te, vedere la gente che si muove, vedere le cose che si muovono, perché in questa sospensione non si vede niente…non si vedono neanche i pesci”.
Anche quando abbiamo sviluppato un buon equilibrio interiore e siamo in pace con noi stessi, non bastiamo a noi stessi. Abbiamo bisogno di nutrirci del respiro che ci circonda per sviluppare le radici necessarie e assicurare una presenza autentica e stabile per noi stessi e nel mondo.
Il mio augurio è che la semina di oggi possa crescere in sconfinate foreste di alberi, solidi e folti che contribuiranno al respiro della nostra terra e si vedranno ancora i pesci.